Post 679
Il Popolo olistico – Forze al Centro: libro politico
IL CASO MATERA (e classe dirigente)
Proseguendo dal precedente post n. 678 (vedasi), pubblichiamo, per i lettori del
blog, lo schema generale del redigendo libro-opuscolo politico “Il Caso Matera”
e a seguire un testo valido sul piano generale ma anche e soprattutto sul piano
specifico materano. Buona lettura a Tutti e come sempre …. Ad maiora!
Luca Fortunato (Matera) – presidente Forze al
Centro; referente Il Popolo olistico
WhatsApp 389.4238195
·
Libro – opuscolo
di critica politica e di proposta
politica da pubblicare in occasione delle prossime elezioni comunali nella
Città di Matera
Autore:
Bruno Dua
(vicepresidente Forze al Centro;
ex Assessore alla Cultura del Comune
di Alessandria – in quota PSI)
Collaboratori (soci e non):
Mariaconcetta Di Lecce (coordinatrice
dei collaboratori);
Chiara Cancelliere, Cinzia Di Pede, Nicola
Montemurro, Domenico Petronella, Giuseppe S. Di Lecce, Fabio Pisanelli,
Giuseppe Tataranni, Enzo Fortunato (e tutti coloro – soci e non - che vorranno
aderire).
Referente per gli aspetti olistici:
Luca Fortunato
Titolo: IL CASO MATERA
Sottotitolo: Dal notaio di Bennardi a tutta
l’Amministrazione Nicoletti
Il libro-opuscolo – trattando gli argomenti anche con
ironia e immagini particolari – si snoderà sui seguenti e principali punti
(integrabili). Sintesi schematica (ma significativa):
-
La
caduta “notarile” di Bennardi
-
Stranezze
pre-campagna elettorale (1.“primarie” dei “giovani”; 2.Un candidato Sindaco
fino all’ultimo minuto, che poi non trovando appoggio e numeri, “ritratta” e
appoggia altro; 3.Il PD non partecipa con il suo simbolo! (intuizione che Luca
Fortunato ha avuto a gennaio e ci sono i testimoni) 4. Alcune forze politiche
con vicende di sospensione di alcuni iscritti; ecc.);
-
Stranezze
di campagna elettorale (a parte l’assoluta ordinarietà – riduzionistica e
decontestualizzata – di tutti e 5
programmi dei 5 candidati sindaco rispetto alle problematiche di Matera e
rispetto alle sue potenzialità e peculiarità), alcune “dinamiche” vanno
raccontate e lo faremo;
-
Stranezze
del voto disgiunto (con una quota di responsabilità da parte dei cittadini
elettori: aspetto doloroso, antipatico e “impopolare”, ma vero e se si vuole,
sul serio, il bene di Matera occorre e occorrerà tenerne conto);
-
Il
centro destra (a sostegno di Nicoletti) non ha vinto le elezioni (maggioranza
consiliare, uscita dalle urne, della coalizione a sostegno di Cifarelli:
fenomeno della cosiddetta “anatra zoppa”);
-
Paradosso
della “giunta politica” (con addirittura “pseudo-esterni”: candidati
consiglieri non eletti ma messi in giunta! Ed alcuni anche in continuità con le
precedenti Amministrazioni: Bennardi, De Ruggieri, ecc. !!!! manco fossero
stipendiati assessorili del Comune!!! Comprendiamo che – evidentemente –
qualcuno ha da sistemare – per mezzo della “politica” – i propri conti
economici in sofferenza, ma a tutto dovrebbe esserci un limite …….. etico,
quantomeno ….. Ma tant’è);
-
Spacchettamento
e frammentazione (da Riduzionismo puro!) delle deleghe assessorili;
-
Paradosso
del Consiglio comunale con consiglieri anche ex sindaci di Matera, ex assessori
comunali di Matera, ex amministratori pubblici, ex consigliere regionale e assessore regionale,
consigliere regionale in carica, ecc.
ecc. ecc.
-
“Superamento”
(si fa per dire) dell’anatra zoppa con costruzione (a posteriori!) di una maggioranza frutto di salti della
quaglia, cambi di casacca, inciuci, trasformismi, ecc. (sotto lo slogan
ipocrita: “per il bene di Matera) dunque con pieno snaturamento e alterazione
del voto popolare, dei contenuti e dei messaggi di campagna elettorale, ecc.
Con manipolazione della realtà che ha provocato nausea e disgusto tra i
cittadini materani (anche tra gli elettori del sindaco Nicoletti e dei
consiglieri di centro destra);
-
Vertici
politici, poco o per nulla coraggiosi e poco o per nulla politici (come invece
dovrebbe essere anche per l’indennità che percepiscono pagata dai cittadini per
uno scopo/ruolo politico) che non hanno mai preso una vera posizione,
decisione, ecc. (cioè che non hanno mai fatto politica!);
-
Tentativo
di abbagliare l’opinione pubblica con risultati, con un fare, con
provvedimenti, ecc. che in realtà sono di natura o prevalentemente di natura
gestionale, tecnica, di amministrazione ordinaria, ecc. e non di natura
politica e quindi strategica, ecc. I primi 100 giorni (vero test politico di
ogni governo, che indica la pasta di cui è fatta una giunta, un esecutivo,
ecc.) assolutamente inconsistenti (sempre dal punto di vista politico e quindi
strategico, ecc.) per di più con risposte non date (esempio: motivazioni
chiusura/apertura della Cava del Sole) ed atti molto discutibili (esempi:
abbattimento di storica condotta idrica in Piazza Visitazione; cena privata in
Piazza S. Pietro Caveoso;);
-
Tentativo
di abbagliare l’opinione pubblica giustificando alcune nomine assessorili (che
sono ruoli politici e non tecnici, anche se di provenienza esterna) con
curricula professionali, tecnici, amministrativi, ecc. (come se si trattasse di
scegliere dirigenti, funzionari, consulenti, progettisti, ecc. e non invece
Assessori, per l’appunto (ed anche qui: gli assessori percepiscono una
indennità - pagata dai cittadini - per fare politica, indirizzo politico,
impulso politico, controllo politico, ….. e non gestione, addirittura
sopralluoghi tecnici );
-
Fortissima
preoccupazione per le sorti di Matera da parte specialmente di cittadini
commercianti, cittadini imprenditori, cittadini operatori, cittadini
investitori, cittadini neolaureati o neodiplomati, ecc. che auspicano un
ritorno anticipato al voto, alle urne, per contenere il più possibile i danni.
È chiaro che una Amministrazione con basi politiche poco solide – al massimo
solo numerico-aritmetiche ma non certamente politico-strategiche e per giunta
eticamente e moralmente da vero e negativo paradosso – non farà nulla, non
potrà fare nulla, di realmente importante e di realmente incisivo. Durasse
anche 5 anni, ma sarebbe solo un tirare a campare. Tanto vale trovare il
coraggio di andare nuovamente al voto.
-
Il
perché: facciamoci una domanda – nel libro così come fuori dal libro –: PERCHE’
???
- E
seguiremo il tutto che ancora avverrà (ma alcuni danni – specialmente
etico-politici che favoriscono l’astensionismo, il malaffare, ecc. già ci sono
stati, già ci sono, ed anche grazie alle nostre scritture verranno consegnati alla storia …… E, nel
caso ce ne fosse bisogno, e fermo restando la nostra futura partecipazione
elettorale, saranno integrate con azioni politiche congiunte e già prima delle
future e nuove urne.
·
Essere
classe dirigente: una responsabilità oltre il potere
di
Bruno Dua
Introduzione
“Il potere logora chi
non ce l’ha.” - Giulio Andreotti
Questa celebre frase,
pronunciata da uno dei più noti protagonisti della politica italiana del
Novecento, racchiude in sé una verità amara e provocatoria: il potere è ambito,
desiderato, spesso conteso. Ma dietro la sua apparente attrattiva si cela una
realtà ben più complessa. In un mondo sempre più interconnesso e fragile, chi
guida le sorti di una nazione o di una comunità non può più limitarsi a
esercitare il potere: deve incarnare una visione, un’etica e una responsabilità
che vadano ben oltre l’interesse personale. La crisi di fiducia che oggi
investe le istituzioni e i loro rappresentanti ci impone una riflessione
profonda: cosa significa davvero essere classe dirigente? È una questione di
titoli e ruoli, oppure di valori e competenze? In un’epoca segnata da sfide
globali e trasformazioni rapide, la qualità della leadership diventa un
elemento cruciale per il futuro delle società democratiche.
La
classe dirigente come guida della società
Essere classe dirigente
non equivale semplicemente a occupare una posizione di comando. Significa
assumersi l’onere di guidare con consapevolezza, competenza e senso del dovere.
La vera classe dirigente è quella che sa interpretare i bisogni della
collettività, anticipare le sfide del futuro e costruire soluzioni realmente sostenibili.
Essa non si limita a gestire l’esistente, ma ha il compito di trasformare,
innovare e ispirare. E nel tempo
complesso che viviamo, è inimmaginabile farlo al di fuori dell’Olismo. Richiamando
anche il pensiero di Enzo Fortunato (ex Vice Sindaco di Matera e Assessore al
Bilancio – Giunta Manfredi; e socio fondatore di Forze al Centro): l’Olismo in
generale ma specialmente l’Olismo politico è, oggi, l’unica strada percorribile
affinché si possa realmente aver cura dell’interesse generale.
Etica
e competenza: i pilastri della leadership
Una classe dirigente
degna di questo nome deve fondarsi su due pilastri fondamentali: l’etica e la
competenza. L’etica garantisce che le decisioni siano prese nel rispetto del
bene comune, della legalità e della giustizia sociale. La competenza, invece,
assicura che tali decisioni siano efficaci, fondate su conoscenze solide e
orientate ai risultati. Ma oggi, le competenze è necessario che siano quelle
olistiche oppure che siano iscritte nell’Olismo. Senza questi due pilastri (e
con il secondo attualizzato), il potere si svuota di significato e si trasforma
in arbitrio.
La
crisi della classe dirigente contemporanea
Negli ultimi decenni,
molte società hanno assistito a una crescente sfiducia nei confronti della
propria classe dirigente. Scandali di corruzione, clientelismo, mancanza di
trasparenza e incapacità di rispondere alle esigenze reali dei cittadini hanno
alimentato un senso diffuso di disillusione. Questa crisi non è solo politica,
ma anche culturale: riguarda il modo in cui si concepisce il potere e il
rapporto tra governanti e governati.
Verso
una nuova classe dirigente
Per superare questa
crisi è necessario un profondo rinnovamento. Occorre promuovere una
meritocrazia autentica, che valorizzi chi ha visione, preparazione e integrità.
È fondamentale investire nella formazione civica e politica delle nuove
generazioni, affinché crescano cittadini consapevoli e pronti ad assumersi
responsabilità. Inoltre, è indispensabile rafforzare i meccanismi di
trasparenza e controllo, per prevenire derive autoritarie e fenomeni
corruttivi.
Conclusione
Essere classe dirigente
significa molto più che esercitare il potere: significa servire, guidare,
costruire. È un compito che richiede coraggio, dedizione e una profonda
coscienza etica. Perché il vero potere non è comandare, ma saper rispondere con
dignità e visione alle sfide del proprio tempo.
ATTENTI :
LA CLASSE STA NELLE
PICCOLE COSE….LE FARFALLE E LE MOSCHE VOLANO….MA E’ DOVE SI POSANO CHE FA LA
DIFFERENZA
RICODATE :
L’AVVENIRE E’ LA PORTA
, IL PASSATO NE E’LA CHIAVE - Victor Hugo

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