Post 204
Occidente
e Oriente: uniti nell’Olismo - 1
Solo ora trovo un po’ di tempo per offrire ai lettori del mio blog un
ulteriore accompagnamento fuori programma verso l’uscita del terzo libro (dicembre
2018) che completerà il progetto Esempi di Olismo (di cui mi rendo conto, con
grande soddisfazione intellettuale e con grande gioia morale, viene sempre più colto
il significato e vissuta sempre di più l'utilità). Ad maiora! Luca
Fortunato
Dal libro
“Il Tao della fisica” (1975) di Fritjof Capra (fisico):
[…] Le scoperte della fisica moderna rendevano indispensabili
profondi cambiamenti in concetti quali spazio, tempo, materia, oggetto, causa ed
effetto, ecc. e poiché questi concetti sono fondamentali per il nostro modo di
conoscere il mondo, non sorprende che i fisici, quando furono costretti a
modificarli, si sentissero profondamente disorientati. Da questi mutamenti
emergeva una concezione del mondo nuova e radicalmente diversa, che è ancora in
corso di formazione ad opera della ricerca scientifica corrente. Sembra quindi
che i mistici orientali e i fisici occidentali siano passati attraverso
esperienze rivoluzionarie analoghe, che li hanno condotti a modi completamente
nuovi di vedere il mondo. […]
[…] La coppia yin e
yang è il grandioso motivo conduttore
che permea la cultura cinese e determina tutte le caratteristiche del
tradizionale modo di vita cinese. […] Essendo un popolo di contadini, i Cinesi
hanno sempre fatto attenzione ai movimenti del Sole e della Luna e
all’alternarsi delle stagioni. Le variazioni stagionali e i conseguenti
fenomeni di crescita e di deperimento che si verificano nel mondo degli
organismi viventi furono quindi visti da essi come le più evidenti
manifestazioni dell’azione reciproca tra yin
e yang […] Anche la medicina
cinese tradizionale è basata sull’equilibrio di yin e yang nel corpo
umano e ogni malattia è vista come
rottura di questo equilibrio […]
[…..]
[…] E’ facile vedere in quale modo il concetto di mutamento,
inteso come interazione dinamica degli opposti, abbia portato Eraclito,
analogamente a Lao- tzu, alla scoperta che tutti gli opposti sono polari e
quindi formano un tutto unico. “La strada all’in su e all’in giù è una sola e
la medesima” disse il filosofo greco, e ancora: “il dio è giorno notte, inverno
estate, guerra pace, sazietà fame”. Come i Taoisti, egli vedeva ogni coppia di
opposti come un’unità ed era ben consapevole della relatività di tutti questi
concetti. Ancora una volta le parole di Eraclito: “Le cose fredde si
riscaldano, il caldo si raffredda, l’umido si dissecca, il riarso si
inumidisce” ci ricordano quelle di Lao-tzu: “Il difficile e il facile si
completano l’un l’altro … i suoni e la voce si armonizzano l’un l’altro; il
prima e il dopo si seguono l’un l’altro”. E’ strano che la grande somiglianza
tra le concezioni del mondo di questi due saggi del sesto secolo a.C. non sia
in genere conosciuta. […]
[…..]
[…] Niels Bohr fu ben consapevole della corrispondenza tra il
suo concetto di complementarietà e il pensiero cinese. Durante la sua visita in
Cina, nel 1937, quando la sua interpretazione della meccanica quantistica era
già stata completamente elaborata, egli fu profondamente colpito dall’antica
idea cinese di opposti polari, e da allora conservò un profondo interesse per la cultura orientale. Dieci anni più
tardi Bohr fu fatto nobile in riconoscimento dei suoi notevoli risultati
scientifici e per gli importanti contributi alla vita culturale danese; e
quando gli fu chiesto di scegliere un soggetto adatto al suo stemma, la sua
scelta cadde sul simbolo cinese del T’ai
Chi che rappresenta la relazione di complementarietà degli archetipi
opposti yin e yang. Scegliendo questo simbolo per il suo stemma assieme al motto Contraria sunt complementa (gli opposti
sono complementari), Niel Bohr riconobbe una profonda armonia tra l’antica
saggezza orientale e la scienza occidentale moderna.
[….]
[…] Gli oggetti materiali non solo determinano la struttura
dello spazio circostante ma a loro volta sono influenzati in modo sostanziale
dall’ambiente. Secondo il fisico e filosofo Ernst Mach l’inerzia di un oggetto
materiale – la resistenza che oppone ad essere accelerato – non è una proprietà
intrinseca della materia ma una misura della sua interazione con tutto il resto
dell’universo. […] Questa concezione dell’inerzia, nota come principio di Mach,
ebbe una profonda influenza su Albert Einstein e costituì la motivazione iniziale
che lo stimolò a costruire la teoria della relatività generale. […] Quindi la
fisica moderna ci mostra di nuovo – e questa volta a livello macroscopico – che
gli oggetti materiali non sono entità distinte, ma sono legati in maniera
inseparabile al loro ambiente; e che le loro proprietà possono essere comprese
solo nei termini della loro interazione con il resto del mondo. […]
[….]
[….] Io credo che la concezione del mondo implicita nella
fisica moderna sia incompatibile con la nostra attuale società, la quale non
riflette l’armonioso interrelarsi delle cose che osserviamo in natura. Per
raggiungere un tale stato di equilibrio dinamico sarà necessaria una struttura
economica e sociale radicalmente differente: una rivoluzione culturale nel vero
senso della parola. La sopravvivenza della nostra intera civiltà può dipendere
dalla nostra capacità di effettuare un simile cambiamento. Essa dipenderà, in
definitiva, dalla nostra capacità di assumere alcuni degli atteggiamenti yin del misticismo orientale, per
esprimere la globalità della natura e attingere l’arte di vivere in armonia con
essa.
Dal libro
“Il punto di svolta” (1982) di Fritjof Capra (fisico):
[…] La consapevolezza ecologica sorgerà solo quando
combineremo la nostra conoscenza razionale con un’intuizione del carattere non
lineare del nostro ambiente. […]
segue nel post 205
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