Post n. 71:
Anche a Nizza
Propongo la rilettura del post n. 35
del 24 marzo 2016. Perché quello di Nizza è un altro tragico e pesantissimo episodio
ma la sostanza del problema non cambia. E le risposte? Saranno sempre le stesse
o cambieranno? Ed oggi in più mi chiedo: il coraggio consiste nel continuare a
vivere il nostro quotidiano come se niente fosse, anche con un certo “machismo”
e come se il nostro quotidiano fosse altro rispetto al Mondo, un Mondo
considerato magari solo per quegli aspetti “edonistico-gigioni” come una
vacanza o una kermesse o simili cose che Oggi sono davvero, e sempre di più, fuori
luogo e fuori tempo oppure consiste nel modificare il nostro stile di vita
quotidiano e le nostre scelte quotidiane almeno temporaneamente, perché il
nostro quotidiano è solo un aspetto del Mondo, Mondo che è sempre presente
perché noi siamo sempre presenti in esso, in qualunque punto della Terra ci
troviamo e qualunque cosa facciamo? Ma è proprio così difficile correggere le
istanze di un irrealistico ottimismo? Senza scadere nel pessimismo ma
approdando ad un sano realismo? Credo che il “machismo” e lo stile
“edonistico-gigione” e tutto ciò che vi è correlato siano in realtà solo una
compensazione psicologica, una brutta ed illusoria compensazione psicologica
per tentare di camuffare, in modo vile ed irresponsabile nei confronti di se
stessi ma soprattutto degli altri, una profonda debolezza e cioè la paura di considerare
e di affrontare il Mondo per quello che è diventato. E cioè un Mondo
ecologicamente inguaiato ma anche e soprattutto terribilmente violento e
pericoloso. Che va affrontato per quello che è diventato e non per quello che è
stato o per quello che si desidera che sia. Luca Fortunato
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