Post n. 38:
Lo “svago” e le “cose
serie” (?)
Oggi ultimo giorno di “vacanza”, ultimo “svago”. Da domani si
ritorna alle “cose serie”. Ma ne siamo sicuri? Siamo sicuri di riconoscere, di
considerare, di distinguere, di intendere, di “classificare” simili momenti o
periodi o tempi o fasi o durate o attività? Ed anche: siamo sicuri di
riconoscerne, di determinarne il rapporto, il rapporto funzionale, la
relazione, la correlazione? I Grandi ci possono aiutare. Gli altri lasciamoli
nei loro muri (.. e se di muri provassero a cingere anche gli altri, di costoro
l’allegra difesa subiranno …). Ad ogni modo, godiamoci i liberi paesaggi della
saggezza … Qui ed ora con due esempi. Ad
maiora! Luca Fortunato
1.Lo svago e
le cose serie di Fedro: “Un ateniese, vedendo Esopo che giocava a noci in
mezzo a una frotta di ragazzi, si fermò sui due piedi e lo prese in giro quasi
fosse un demente. Appena il vegliardo se ne accorse, lui, fatto più per
deridere che per essere deriso, pose un arco allentato nel bel mezzo della via:
“Ehi, tu!” disse “sapientone, spiegami perché l’ho fatto”. Accorre molta gente.
Quello si tormenta a lungo le meningi, ma non capisce il motivo della domanda
così posta. Alla fine si arrende. Allora il saggio, vincitore: “ Ben presto
spezzerai l’arco, se lo avrai tenuto sempre teso, ma se lo metterai a riposo,
te ne potrai servire quando vorrai”. Così qualche svago si deve pur concedere
allo spirito ogni tanto, perché tu torni poi più idoneo a pensare”.
2.Leonardo da Vinci: “Ogni tanto
distaccati, concediti un momento di rilassamento, perché quando ritornerai al
lavoro il tuo giudizio sarà più sicuro; rimanere costantemente al lavoro ti fa
perdere la capacità di discernimento”.
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