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Approfondimento
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Continuando la rubrica
in funzione delle esigenze d’approfondimento di alcuni di voi lettori:
I due modi (circolari ed integrati) secondo cui procedono la
Scienza e la Tecnica contemporanee (e in
tutti i loro settori e a tutti i loro livelli) possono essere così
schematizzati:
Modo A: la
Teoria (il lavoro dei teorici) – momento 1 – fornisce libere intuizioni,
ipotesi, spiegazioni, teorie, previsioni, ecc. che poi la Sperimentazione (il
lavoro degli sperimentalisti) – momento 2 – convalida o meno secondo il
criterio funziona/non funziona.
Modo B: la Sperimentazione (il lavoro degli
sperimentalisti) – momento 1 – fornisce dati (visivi, strumentali, ecc.) e
fornisce eventualmente anche leggi sperimentali (regolarità nei dati) che poi
la Teoria (il lavoro dei teorici) – momento 2 - spiega e coordina-sistematizza
in teorie più generali.
Sebbene entrambi i modi presentino tanto punti di
forza quanto punti di debolezza, vi è un aspetto particolarmente critico in
merito al modo B che merita una certa attenzione. In realtà, più che un aspetto
critico relativamente al modo B in sé, è particolarmente critico ciò che una
parte della Società fa in merito ad alcuni risultati ottenuti nel momento 1 del
modo B. Vale a dire:
ottenuta una legge
sperimentale, o più leggi
sperimentali, la si utilizza, tal quale! O le si utilizzano, tal quali! Direttamente!
Cioè si passa a compiere scelte, a prendere decisioni, a progettare interventi
e ad eseguirli (a livello aziendale, a livello industriale, a livello dei
servizi, a livello di esercizio professionale, a livello normativo, ecc.), direttamente!
In funzione delle sole leggi sperimentali!
Senza, cioè, aspettare la loro sistematizzazione in una teoria più generale
(momento 2 del modo B)! Senza cioè aspettare che il ciclo di Conoscenza e di coordinamento
delle conoscenze si completi! Quello che, infatti, deve essere applicato (nelle aziende,
nell’industrie, nei servizi, nelle professioni, ecc.) sono le teorie del momento 2 del modo B. E non
le leggi sperimentali del momento 1 del modo B!
La cosa è grave. È molto grave. Molti, moltissimi
risvolti negativi di tipo ecologico, sanitario, economico, sociale, ecc. sono
dovuti proprio a questo!
Certo, alcuni lo fanno in malafede, per tagliar corto.
Spacciando - specialmente al grande pubblico - le leggi sperimentali come
Scienza compiuta.
Ma molti lo fanno anche in buona fede. In ogni caso,
anche in queste cose, essenziale è il paradigma dell’Olismo perché – per sua
natura - non fermerebbe mai il ciclo conoscitivo al momento 1 in seno al modo B
(così come al momento 1 in seno al modo A, ovviamente!). Il Riduzionismo,
invece, così come lo pseudo-olismo, si prestano – per loro natura – a fermate
del genere, a incompletezze del genere, a scorciatoie del genere.
D’altra parte, i corretti e interi modi di procedere della Scienza e della Tecnica di Oggi,
evidenziano anche la corretta e necessaria dimensione
collettiva del lavoro scientifico e tecnico secondo i reali ruoli di teorico e di sperimentalista (e non secondo altri ruoli appositamente
fabbricati!).
In barba, dunque, alle enfasi in merito a multidisciplinarità, interdisciplinarità, multidimensionalità e cose simili, in barba alle enfasi sul lavoro di gruppo, anche ricordando che l’Olismo (conoscenza olistica e fare olistico) viene assicurato dall’intuizione, correttamente intesa come ebbe a descriverla, per esempio, Bertrand Russell in occasione del commento al pensiero di Henri Bergson: “La caratteristica dell’intuizione e che essa non divide il mondo in cose separate, come fa l’intelletto. E benché Bergson non usi queste parole, potremmo definirla sintetica piuttosto che analitica. In essa c’è una molteplicità.” E l’intuizione è atto della singola mente umana, della singola persona. Non del gruppo, della squadra, o meglio del mucchio.
In barba, dunque, alle enfasi in merito a multidisciplinarità, interdisciplinarità, multidimensionalità e cose simili, in barba alle enfasi sul lavoro di gruppo, anche ricordando che l’Olismo (conoscenza olistica e fare olistico) viene assicurato dall’intuizione, correttamente intesa come ebbe a descriverla, per esempio, Bertrand Russell in occasione del commento al pensiero di Henri Bergson: “La caratteristica dell’intuizione e che essa non divide il mondo in cose separate, come fa l’intelletto. E benché Bergson non usi queste parole, potremmo definirla sintetica piuttosto che analitica. In essa c’è una molteplicità.” E l’intuizione è atto della singola mente umana, della singola persona. Non del gruppo, della squadra, o meglio del mucchio.
Ed anche in barba ai titoli e ai titolati della Ricerca “ufficiale” (la vera Scienza è libera – in Italia anche per
Costituzione - e si avvale e può avvalersi – come anche dimostrato dalla Storia
– e specialmente nei suoi momenti teorici - della libera mente scientifica di
chiunque; del resto, la Ricerca “ufficiale” va perdendo sempre di più i suoi titolati, sempre più ripiegati a
fare altro: burocrazia, insegnamento non universitario, libera professione,
commercio, ecc. Tutte cose ottime, importantissime e nobilissime. Ma non certo
per via di ripiego …).
Arrivederci dunque al prossimo post d’approfondimento che
- sempre per venire incontro alle esigenze di alcuni di voi lettori – tratterà del
seguente argomento (e già ovviamente presente in questo blog): l’olistica
scienza goethiana.
Ciao a Tutti e come sempre, ad maiora! Luca Fortunato
(Matera). lucaf73x@gmail.com ; fortunato.luca73@libero.it ; WhatsApp
389.4238195
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