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Nobel Chimica 2017 (io ricordo Mendeleev)
Ieri,
tornando a Matera dalla Provincia di Taranto, ascolto, alla radio, la notizia:
il Nobel per la Chimica 2017 è stato assegnato a Jacques Dubochet, Joachim Frank e Richard Henderson per il perfezionamento della
tecnologia - la criomicroscopia - che sta attuando una vera e propria rivoluzione nella biochimica e nella biologia, permettendo la visualizzazione 3D della
struttura delle molecole biologiche (per es. le proteine). Bene. Ma chissà perché,
pensando alla Chimica, mi è saltato in mente un testo (che riporto di seguito,
in corsivo) del grande e noto chimico russo Mendeleev (il principale autore
della Tavola Periodica degli Elementi) che già da studente universitario presso
la Facoltà di Agraria consultai quando - piegato
sui testi degli esami di Chimica e di Biochimica - procedevo anche a miei
autonomi approfondimenti olistici: […] le
astrazioni, se sono corrette, (se cioè contengono elementi di verità) e
corrispondono alla realtà, possono fungere da oggetto della ricerca esattamente
allo stesso titolo delle entità concrete e puramente materiali. E così gli
elementi chimici, pur essendo delle astrazioni, vanno soggetti ad un indagine
che non differisce minimamente da quella diretta verso le sostanze semplici o
complesse, che possono essere riscaldate, pesate e in generale sottoposte all’osservazione
diretta. L’essenza della questione sta qui nel fatto che negli elementi
chimici, sulla base dello studio sperimentale delle sostanze semplici e
composte, da essi formate, si scoprono proprietà individuali e tratti
caratteristici, il cui insieme costituisce, per parte sua, un ulteriore oggetto
di studio. […] Ad maiora! Luca Fortunato
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