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n. 30:
L’arco di Ulisse
Le vere intuizioni e
le vere idee hanno natura autenticamente olistica e non temono niente e
nessuno. Sono archi di Ulisse. Esse, infatti, possiedono un quid emergente e complesso che solo da
chi le ha create può essere utilizzato per davvero e per intero. Del resto, lo
stesso Olismo o meglio il fare Olismo
è tirare con l’arco di Ulisse. Perché esso è caratterizzato da un modus operandi particolarissimo (e di
cui si è trattato ampiamente sia in questo nuovo blog, sia nel vecchio blog). Ed
Oggi, nel Nostro Tempo, è il paradigma dell’Olismo che funziona meglio, che è
vincente e che tiene la scena. Magari tra cento anni verrà superato da un altro
paradigma. Anzi sicuramente, come è destino di tutte le cose. Ma Oggi è il
paradigma del Riduzionismo che è certamente superato. E lo pseudo-olismo (di
cui si è trattato sia in questo nuovo blog, sia nel vecchio blog) è l’ultimo
tentativo messo in scena da quei riduzionisti che non ammettono la bruciante
sconfitta. In sostanza, cercano di aggirare o di sostituire il particolarissimo
e funzionante e di successo modus
operandi dell’Olismo (il cui momento centrale è l’Intuizione – propriamente intesa - e che come tale è individuale,
soggettiva, personale, unica e che è caratteristica e capacità solo di alcune
persone come da Psicologia analitica (vedi) e che solo successivamente può
essere - eventualmente -condivisa, sviluppata, gestita, dimostrata,
razionalizzata, divulgata in modo collettivo, collegiale ecc. ecc.) con altro. Il
tentativo ovviamente è infruttuoso, è un cane che si morde la coda, è tragicomico.
Anzi, se non fosse per i guai che si continuano a creare alla Società e agli Ecosistemi,
sarebbe solo comico! Ma questa è, o meglio sarebbe, un’altra storia. E l’Olismo
vive dei riconoscimenti oggettivi che la Realtà dona. E gli olisti vivono
sereni e soddisfatti per i riconoscimenti oggettivi che la Realtà dona. Gli
eventuali riconoscimenti da parte di altri non sono necessari. Del resto, i
risultati dei riduzionisti e degli pseudo-olisti sono “risultati” dovuti al solo
fatto di essere conformisti e di agire da conformisti e non certo dovuti a
merito e al fatto di essere sintonizzati per davvero sulla Realtà. Vi è la
prova logica: se il Sistema - a cui si conformano, appunto, e che essi stessi
contribuiscono a creare e a mantenere - funzionasse per davvero, la regola
sarebbe costituita da scenari positivi e l’eccezione da scenari negativi. Basta
constatare, invece, come sono andate e come continuano ad andare le cose nella
Società e negli Ecosistemi per rendersi conto, che è esattamente il contrario. Ma
qualcosa di nuovo sta avvenendo. E non si poteva non arricchire ancora questo
blog. Il Sistema inizia a reagire: inizia a scoperchiare pentole che in realtà
sul fuoco lo sono da tempo, da tanto tempo, e soprattutto lo sono da tempi non
sospetti. Per gli errori di paradigma sono iniziati tempi duri. Per chi si
ostina a commettere o a volere commettere errori di paradigma è iniziato il
tempo amaro. Per i furbi, i furbastri, i manipolatori e i mistificatori è
iniziato il tempo dei dolori. Non è mai troppo tardi per il (ri)sorgere del
Sole … A prescindere da eventuali e specifiche responsabilità circa gli errori
di paradigma, è evidente che il concetto di responsabilità
si va ampliando, se non altro sotto il profilo culturale ed etico. Ed è su
questo terreno che occorre “capire la lezione” – che c’è, a prescindere dai
singoli casi e da come potranno andare i singoli casi - se non altro per prevenire, oggi e domani,
altri erroracci che la Società e gli Ecosistemi, già deboli, non
sopporterebbero più. Ad ogni modo, insieme, si farebbero le cose nelle giuste
direzioni. Insieme ma ognuno secondo il ruolo sensato che si può permettere di
avere. Del resto, ricordiamolo: l’Olismo non nega il Riduzionismo. È, invece,
il Riduzionismo che non conosce l’Olismo. Senza commettere più errori
paradigmatici, dunque, errori di paradigma. Commessi e che si
continuano a commettere, purtroppo. Le cronache, tutte, continuano a mostrarlo
e a dimostrarlo. Errori di paradigma. Da non confondere (o da non far
confondere …) con gli errori di metodo, metodologici. Altra roba, altra
questione, e più facilmente rimediabile. Il metodo scientifico, la scienza, la
tecnologia, la tecnica, la multidisciplinarità, l’interdisciplinarità,
l’integrazione, i sistemi ecc. se
collocati all’interno del paradigma conoscitivo del Riduzionismo portano ad una
conoscenza e a rimedi di tipo meccanicistico, bio-meccanicistico, deterministico
ecc. Che sono quelli di cui non abbiamo più bisogno. Se invece collocati
all’interno del paradigma conoscitivo dell’Olismo portano ad una conoscenza e a
rimedi di tipo organicistico. Che
sono quelli di cui abbiamo assoluto ed urgente bisogno. In politica, in economia,
nel lavoro, nel quotidiano ecc. Insieme dicevo, e nelle giuste direzioni,
appunto (giuste direzioni politiche, giuste direzioni economiche, giuste
direzioni scientifiche, giuste direzioni tecnologiche, giuste direzioni
tecniche, giuste direzioni formative, giuste direzioni educative, giuste
direzioni culturali ecc.). Che porterebbero, a loro volta, a delle strategie
(propriamente intese). E non solamente a tattiche o a propagande. Settori
produttivi che, nel loro complesso e a parte le eccezioni virtuose che pur ci
sono, potrebbero essere veri protagonisti di un Paese e che invece vivono
sempre sulle potenzialità … Categorie professionali che, nel loro complesso e a
parte le eccezioni virtuose che pur ci sono, potrebbero regnare e che invece
vivacchiano … Territori e Città che, nel loro complesso e a parte le eccezioni
e gli episodi virtuosi che pur presentano, potrebbero avere definita e ferma
identità ed essere scelta consapevole e costante e non solamente dovuta alla
moda del momento o all’opportunità del momento. Ma anche tutto questo scenario
è, o meglio sarebbe, ancora un’altra storia. Ed in fondo, sono le (vere) utopie
che ha senso immaginare e cercare di realizzare. Come sempre e per sempre. E
questa è La Storia. Luca Fortunato
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