Post n.
23:
Il DNA e l'Olismo
In TV, sui giornali, nel web,
nelle piazze, nei bar: noto che sempre più protagonista e sempre più presente è
il termine, l'acronimo DNA. L’acido desossiribonucleico o deossiribonucleico è sempre più
protagonista ed è sempre più presente nelle parole e negli scritti di tutti.
Addetti ai lavori (biologi, medici, agronomi ecc.) e non addetti ai lavori. Il che
io lo reputo un bene, sia chiaro. Sebbene porti a facilmente intuibili effetti
collaterali. Ma nel complesso il fenomeno resta un bene. Almeno dal mio punto
di vista. La cosa che però mi fa riflettere e che condivido ora con voi lettori
è questa: anche in merito al DNA e in merito in modo particolare ai geni ed ai
cromosomi ecc. vi è una questione di fondo, una questione di base, una
questione paradigmatica ancora aperta ed ancora irrisolta di cui molti ancora
(non addetti ai lavori ma anche addetti ai lavori) non ne sono pienamente
consapevoli. Con scenari problematici nei più disparati settori e ambiti della
Società: dagli OGM in agricoltura al DNA come prova nei processi penali, dalla
terapia genica al “DNA dei luoghi” addirittura. E così via. La questione
paradigmatica anche qui si gioca e si snoda tra Riduzionismo e Olismo. In breve
ma significativa sintesi: da parte del Riduzionismo vi è quella cornice
concettuale chiamata determinismo biologico che vede i geni responsabili di determinate
e spesso singole funzioni estese a caratteristiche generali o più generali dell’organismo.
E sebbene negli ultimi anni il determinismo biologico si è per così dire
ammorbidito ed anche resosi più leggero, esso permane, permane ancora e permane
nel Riduzionismo senza da esso uscire. Non riesce a superarlo, a compiere l’approdo
all’Olismo, il salto. Da parte, invece, dell’Olismo, appunto, vi è un’altra
visione che va a porre l’accento direttamente sulle interazioni tra i
vari geni e tra i vari geni e l’ambiente, particolarmente nella espressione di caratteristiche
generali o più generali dell’organismo. Ma si badi bene che questo aspetto non
è semplicemente la tanto ormai trita e ritrita, detta e ridetta, divulgata e
iper-divulgata visione che il fenotipo è
dato dall’interazione tra il genotipo e l’ambiente o che i vari geni sono
correlati tra loro o altre cose ormai nelle nostre orecchie. Porre l’accento direttamente sulle interazioni tra i vari geni e soprattutto tra
questi e l’ambiente è un qualcosa di molto più complesso e di molto diverso. Ed
il post - volendo essere di poche righe e non di centinaia e centinaia di righe
come l’argomento merita e meriterebbe, fossimo in un libro ma qui non lo siamo –
vuole essere un invito proprio a ricercare e ad approfondire la questione. Io
lo feci, in modo anticonformista, già ai tempi dell’Università quando si
studiava la genetica, la biochimica e il miglioramento genetico. Mettendo così,
al sicuro, in un angolo della mia testa, qualcosa di diverso ma di molto più
aggiornato ed evoluto. E lo faccio tutt’oggi, continuo a farlo tuttora, secondo
un autonomo, libero e continuo aggiornamento professionale. Che continua a
salvarmi. Anticonformisticamente. Anche per chiacchierare piacevolmente, in un
bar, in una piazza, ovunque ormai, di DNA e compagnia bella. Di chiacchierare con
tutti. Come è bello ed è giusto che sia. Ma con un pizzico di saggia e
realmente aggiornata consapevolezza in più. Che non guasta mai. Ciao e alle
prossime. Luca Fortunato. lucaf73x@gmail.com
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